Plauto

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  • lol va bene cos
  • Plauto è il primo autore della letteratura latina di cui leggiamo opere intere.
  • Plauto contava ben 90 commedie che circolavano sotto il suo nome, attribuzione che garantiva l'attenzione da parte dei magistrati cui faceva capo l'organizzazione degli spettacoli e una buona accoglienza da parte del pubblico, circostanze che spingevano commediografi e capocomici a false attribuzioni.
  • Le principali fonti per la conoscenza della sua biografia sono le testimonianze di Aulo Gellio (II sec. d.C.) e san Girolamo (IV sec. d.C.), che usano a loro volta come fonte il grande erudito Marco Terenzio Varrone (I sec. a.C.; -).
  • Plauto, come persona storica, sappiamo ben poco.
  • Unici dati certi sono che nacque qualche anno prima del 250 a.C. a Sarsina, città compresa a quei tempi nell'Umbria (oggi in Romagna, quasi al confine con le Marche), e che mori nel 184 a.C.
  • I nomi che gli vengono attribuiti dalla tradizione, Tito Maccio Plauto (i tria nomina del cittadino romano), sono dubbi.
  • Nei prologhi di alcune commedie l'autore è chiamato Maccus, che corrisponde a una delle maschere dell'Atellana (- p. 37), probabilmente un nome d'arte legato alla sua attività come attore specializzato in questo ruolo, che continuò a portare anche quando divenne commediografo.
  • Nei prologhi di altre commedie gli viene invece dato il nome di Plautus, che secondo i filologi antichi sarebbe un soprannome scherzoso e significherebbe "dai piedi piatti" oppure "dalle orecchie lunghe e penzoloni", come quelle di certi cani.
  • Plauto potrebbe aver usato in momenti diversi della sua carriera nomi diversi, prima quello di Macus e poi quello di Plautus, e che su di essi la tradizione abbia costruito i tria nomina tipici del cittadino romano (ma non sappiamo se ottenne mai la cittadinanza), trasformando Maccus in Maccius sulla falsariga dei numerosi gentilizi latini terminanti in -ius (ad esempio lulius, Claudius ecc.).
  • Altre commedie si datano in base a riferimenti interni, ad esempio nella Cistellaria (vv. 197 ss.) il poeta rivolge ai Romani un caloroso augurio per la vittoria sui Cartaginesi; siamo evidentemente nel corso della Seconda guerra punica.
  • Plauto abbandonò la professione di attore per dedicarsi a quella di commediografo.
  • Tra le commedie più tarde si collocano invece le Bacchides e la Casina, in cui troviamo allusioni ai riti bacchici, culti in onore di Bacco-Dioniso che si erano diffusi a Roma per influsso orientale e che furono severamente proibiti, per ragioni di ordine pubblico, da un decreto del Senato del 186 a.C.
  • Posteriore a tale decreto è di sicuro la Casina, in cui si dice che «ormai i giochi delle Baccanti sono finiti» (v. 979).
  • La notizia secondo cui Plauto, dopo aver perso i notevoli proventi della sua attività teatrale, sarebbe stato costretto dalla miseria al faticosissimo lavoro, riservato di solito agli schiavi ribelli, di girare la macina presso un mugnaio, è fantasiosa, generata dal fatto che nella commedia plautina la minaccia di questa punizione è spesso rivolta agli schiavi negligenti o fraudolenti.
  • Plauto scrisse e portò sulle scene le sue commedie a partire dagli anni della Seconda guerra punica (218-202 a.C.).
  • Dobbiamo ritenere tale commedia una delle ultime di Plauto, morto, come abbiamo detto, nel 184 a.C.
  • Le sole commedie la cui datazione è sicura, poiché si ricava dalle didascalie, sono lo Stichus, del 200 a.C., e lo Pseudõlus, del 191.
  • Gli antichi trarre informazioni dalle opere stesse, cogliendo in esse implicazioni autobiografiche inesistenti.