Riguarda tutti gli aspetti della comunicazione che restano se escludiamo le parole: voce, corpo, gesti, mimica facciale, direzione dello sguardo
Anche se decidiamo di non proferire parole, non smettiamo mai di muoverci, guardarci attorno, e scegliere in che modo <<essere>> nello spazio, e questo darà indizi e informazioni su di noi a chi ci osserva
CNV non significa silenzio perché in certi momenti precisi di una conversazione può essere interpretato in modo abbastanza chiaro e viene quasi inglobato nella conversazione come un suo <<turno>>, ossia un enunciato a tutti gli effetti
Anche nell'ambito della CNV, come nel caso della comunicazione verbale, esistono studi che hanno cercato di sistematizzare e definirne gli aspetti salienti, cioè, esistono regole e significati che si apprendono in uno specificocontestoculturale
Nella CNV è particolarmente importante distinguere tra comportamenti che fanno trapelare informazioni e comportamenti che esprimonointenzionalmente una certa informazione
CNV
Simbolica, ambigua e arbitraria. I segni possono variare significato in dipendenza dal contesto o dalle scelte di chi sta comunicando, e non sono interpretabili necessariamente in modo naturale, bensì su base culturale
Uno stesso gesto in culture diverse può avere significati diversi: ad esempio, il gesto della mano in cui il pollice e indice si chiudono a formare un cerchio e le altre tre dita sono alzate significa <<tutto bene>> in americano, mentre in francese significa <<sei una nullità>>
La CNV crea messaggi intrecciati con quelli verbali, che vengono codificati e decodificati come qualunque sistema di segni
Uno stesso segno può comunicare vicinanza, empatia, oppure dominanza, in base a chi, dove e quando si realizza
CNV
Può essere usata intenzionalmente o nonintenzionalmente. Si possono dare informazioni su di sé, sul proprio stato emotivo, attraverso vari aspetti del non verbale, oppure si può fare un uso intenzionale del non verbale per veicolare significati
CNV
Continua, multimodale e ritenuta più affidabile delle parole
In caso di incoerenza tra messaggio verbale e messaggio non verbale il secondo viene ritenuto più credibile e veritiero, in quanto ci sono minori possibilità di riprodurre in modo falso alcuni segnali del non verbale
Comunicazione verbale vs CNV
Nella comunicazione verbale la referenzialità è centrale, in genere la CNV accompagna e integra la comunicazione, comunica aspetti emozionali, relazionali e interpersonali
Sintesi della CNV
Esprime significati, emozioni, informazioni e atteggiamenti verso gli altri
Si serve di gesti, voce, volto, corpo, presenza nello spazio e persino di oggetti esterni come abbigliamento, acconciature, ecc.
Si svolge parallelamente alla comunicazione verbale e la integra o amplia, oppure talvolta la sostituisce
La CNV precede quella verbale e si sviluppa autonomamente in fase prelinguistica. L'acquisizione del valore simbolico del non verbale e l'utilizzo del non verbale per produrre comunicazione precede la produzione verbale
Il carattere innato della CNV scaturisce l'universalità di alcuni segni, soprattutto le espressioni facciali, come riso, sorriso, pianto ecc.
Nella CNV non è sempre facile distinguere in modo netto gli elementi e gli aspetti da attribuire all'uno o all'altro elemento delle dicotomie innato vs appreso, intenzionale vs involontario
Funzioni della CNV
Accompagna la comunicazione verbale, integrandola, sostenendola, supportandola, contraddicendola
In qualche caso, con gesti simbolici e volontari, la CNV sostituisce la comunicazione verbale
Buona parte della CNV fornisce informazioni sull'atteggiamento di chi parla verso chi ascolta o verso quanto viene detto o anche sullo stato emotivo di chi parla
Emozioni fondamentali e universali nella specie umana
Felicità
Paura
Rabbia
Tristezza
Disgusto
Sorpresa
Volto
Il lato sinistro esprime le espressioni emotive spontanee, il lato destro le espressioni emotive controllate
Sopracciglia
Esprimono attività di feedback sull'interazione e in generale per veicolare attività metacomunicativa, esprimere ad esempio dubbio, ironia, o altri atteggiamenti verso ciò che viene detto a livello verbale
Occhi e sguardo
Partecipano moltissimo alla segnalazione di emozioni e di stati mentali. Movimenti involontari come il battito di ciglia e la dilatazione delle pupille
Direzione dello sguardo
Atto volontario, oltre a comunicare emozioni serve spesso a regolare l'alternanza dei turni, cioè a indicare a chi stiamo cedendo la parola, chi stiamo invitando a parlare, oppure a chi è diretto un preciso atto linguistico
Funzioni dello sguardo nella conversazione
Sincronizzare (evitare le sovrapposizioni e favorire l'avvicendamento dei turni)
Monitoraggio (controllo dell'interazione)
Segnalazione (manifestazione delle proprie intenzioni)
Atteggiamenti interpersonali
A differenza delle emozioni, sono indirizzati verso qualcuno e per lo più sono controllati e usati intenzionalmente. I più comuni sono l'espressione di ostilità vs amichevolezza, dominanza vs sottomissione
Prossemica
A seconda delle culture e dei contesti ci sono regole e convenzioni sociali su chi ha diritto di stabilire il contatto corporeo con qualcuno e su quali parti del corpo possono essere toccate
Sguardo nella conversazione
Sincronizzare (evitare le sovrapposizioni e favorire l'avvicendamento dei turni)
Monitoraggio (controllo dell'interazione)
Segnalazione (manifestazione delle proprie intenzioni)
Atteggiamenti interpersonali
Espressione di ostilità vs amichevolezza
Espressione di dominanza vs sottomissione
Prossemica
Regolazione della prossimità: come usiamo lo spazio che ci circonda e come misuriamo le distanze accettabili tra noi e gli altri
Zone concentriche di prossimità
Zona intima (45 cm) - hanno accesso solo i familiari o partener
Zona personale (45-120 cm) - relazioni tra conoscenti
Zona sociale (120-350 cm) - contatti sociali più convenzionali e formali
Zona pubblica (oltre i 350 cm) - si svolgono relazioni pubbliche
Orientamento
Le angolazioni con cui le persone si posizionano reciprocamente
Presentazione di sé attraverso il non verbale
Aspetto esteriore, cura di sé, ornamenti e scelte per esprimere qualcosa di noi
Funzioni della CNV che integra, amplia, contraddice e in qualche caso sostituisce la comunicazione verbale
Sincronizzare, alternarsi nei turni, ricevere e mandare segnali di feedback
Sostituire la comunicazione verbale con gesti interpretabili in modo univoco all'interno di un sistema culturale
Illustrare il verbale con gesti interpretabili solo se associati al verbale
Gesti comunicativi
Movimenti delle mani, braccia e spalle
Classificazione dei gesti comunicativi
Gesti simbolici - significato stabile, noto ai parlanti di una certa lingua, codificato a livello culturale, possono esser eseguiti senza parlare e quindi sostituire un enunciato verbale
Gesti illustratori - usati solo in accompagnamento al parlato
Gesti simbolici
Mimano il significato da esprimere, possono sostituire la comunicazione verbale, possono occupare da soli turni di conversazione, la loro interpretazione può essere universalmente nota oppure convenzionale e subordinata a una cultura
Gesti illustratori
Contribuiscono a chiarire l'intenzionalità associata a un messaggio verbale, talvolta dando la vera chiave di lettura del messaggio, possono essere in contraddizione con il verbale, sono prodotti insieme al linguaggio verbale e la cui intensità può essere funzione del livello di coinvolgimento in ciò che si sta dicendo
Classificazione dei gesti illustratori secondo McNeill
Iconici - hanno relazione con il contenuto che significano
Metaforici - raffigurano nozioni astratte
Battiti - movimenti delle dita in direzione su/giù o dentro/fuori che marcano parti rilevanti
Coesivi - esprimono collegamenti tra parti
Deittici - indicano oggetti ed eventi del mondo esterno
Voce
Aspetto del paralinguaggio - fornisce informazioni non linguistiche sull'età, sul sesso di chi parla
Strumento che contribuisce alla comunicazione verbale - l'intonazione segmenta i gruppi di parole o frasi e quindi segnala confini sintattici, realizza curve intonative che portano informazioni pragmatiche diverse
Attraverso la voce si producono vocalizzi e interiezioni, cioè suoni che segnalano la volontà di conservare il turno di parola, oppure cambi di programmazione linguistica e fenomeni di esitazione e rallentamento nella produzione verbale