Capitolo 9

Cards (45)

  • Pragmatica linguistica
    Capacità di usare bene la lingua e di metterla al servizio dei nostri fini comunicativi e ci sostiene nell'interpretazione delle frasi aiutandoci a interpretarle nel modo migliore e nel particolare contesto d'uso in cui le incontriamo
  • Processo di codifica e decodifica di un messaggio
    1. La pragmatica linguistica studia il comportamento linguistico
    2. Che cosa sta facendo una persona che comunica, e cioè insieme alle parole e alla comunicazione non verbale quale obiettivo si pone un parlante nel realizzare un dato enunciato in un dato modo
    3. Che cosa vuole fare o ottenere
  • Pragmatica linguistica

    Studia il rapporto tra segni linguistici e utenti nei contesti d'uso
  • Competenza linguistica

    Capacità di usare la lingua in modo appropriato al contesto d'uso
  • Significato convenzionale
    Significato che gli enunciati hanno in un sistema linguistico (di cui si occupa la semantica)
  • Significato conversazionale

    Significato che gli enunciati assumono nel contesto e che si arricchisce anche degli scopi e delle intenzioni dei parlanti (di questo si occupa la pragmatica)
  • Il termine pragmatica è stato introdotto
    1938
  • Tipi di pragmatica
    • Pragmatica linguistica
    • Sociopragmatica
  • Pragmatica linguistica
    Considera le risorse linguistiche a disposizione del parlante e osserva in che modo esse vengano selezionate per ottenere certi effetti sull'interlocutore adottando una precisa modulazione del messaggio (es. uso dei pronomi allocutivi tu/lei)
  • Sociopragmatica
    Considera come punto di partenza i fattori sociali che condizionano sia le scelte del parlante nel realizzare un enunciato sia la percezione del messaggio da parte dell'interlocutore (es. scelta dell'allocutivo verrebbe analizzata in funzione della struttura sociale in cui avviene l'interazione)
  • Ordine marcato
    Strutture che veicolano uno specifico obiettivo che serve a modulare il messaggio piegandolo a obiettivi diversi
  • L'uso di strutture con ordine marcato può comunicare tutta informazione nuova e rilevante per lo svolgimento ulteriore della storia, oppure può servire a sottolineare che qualcosa si ripete sistematicamente
  • L'uso di frasi marcate può portare sistematicamente al centro del discorso un tipo di referente e di metterne in ombra un altro, come nel caso delle dislocazioni a sinistra dell'Oggetto e delle frasi passive
  • Analisi del livello informativo
    Corrisponde all'intenzionalità del parlante di assumere una certa prospettiva sull'enunciato, di gestire le informazioni in modo da dare rilievo a alcune e nascondere e emettere in ombra altre
  • Teoria degli atti linguistici

    Teoria sviluppata da Austin e Searle
  • In alcuni contesti, mentre si pronuncia un enunciato, le parole che si usano non sono il resoconto di qualcosa che si sta affermando ma costituiscono la realizzazione di un'azione per uno scopo
  • Verbi performativi
    Si realizzano soltanto se sono pronunciati in prima persona singolare e al presente indicativo, altrimenti rientrano nella tipologia degli atti linguistici non performativi
  • Dimensioni di un atto linguistico
    • Atto locutivo (messaggio comunicato)
    • Atto illocutivo (azione che vogliamo realizzare con quell'atto linguistico)
    • Atto perlocutivo (effetto o conseguenze che vogliamo ottenere sul nostro destinatario)
  • Classificazione degli atti linguistici
    • Assertivi (il parlante esprime le sue idee sul mondo e si impegna alla verità di quanto afferma)
    • Direttivi (il parlante induce l'ascoltatore a fare qualcosa cono lo scopo di far adattare il mondo alle sue parole)
    • Commissivi (il parlante si impegna a fare qualcosa in futuro con lo scopo di far adattare il mondo alle sue parole)
    • Espressivi (il parlante esprime i propri sentimenti e il proprio stato psicologico con lo scopo di far adattare il mondo ai suoi sentimenti)
    • Dichiarativi (il parlante modifica stati del mondo, spesso stati istituzionali, adattando il mondo alle sue parole)
  • Quando non è esplicitata, la forza illocutiva che si nasconde dietro un atto locutivo va interpretata
  • Atti linguistici indiretti
    Sono spesso così comuni che non ce ne accorgiamo e reagiamo alla loro illocuzione in modo corretto
  • Forme grammaticali degli atti linguistici indiretti
    • Frasi interrogative che sono in realtà ordini/richieste attenuate
    • Frasi affermative che sembrano asserzioni ma in realtà nascondono una richiesta
  • La pragmatica ha come approccio quello della teoria degli atti linguistici, ovvero che comunicare è agire socialmente
  • Nozione di self
    Introdotta da Goffman, l'individuo è un attore che in ogni relazione sociale o interazione mette in scena un personaggio
  • La maggior parte delle attività dell'individuo nelle interazioni mira a difendere il self e a dare un'immagine positiva di sé stesso
  • L'interazione sociale è caratterizzata da norme che regolano il comportamento degli individui
  • Atti linguistici indiretti
    • Frasi interrogative che sono in realtà ordini/richieste attenuate
    • Frasi affermative che sembrano asserzioni ma in realtà nascondono una richiesta
  • L'analisi della conversazione ha come approccio quello della teoria degli atti linguistici, ovvero che comunicare è AGIRE SOCIALMENTE
  • Self
    Nozione introdotta da Goffman, l'individuo è un attore che in ogni relazione sociale o interazione mette in scena un personaggio
  • Interazione sociale
    • Caratterizzata da norme che regolano il coinvolgimento dei partecipanti all'interazione
    • Faccia positiva: aspetto della vita sociale che riguarda il bisogno di dare e ricevere approvazione e giudizi positivi tra interlocutori
    • Faccia negativa: riguarda la necessità di rispettare la libertà d'azione degli interlocutori
  • Forme di analisi della conversazione
    • Conversazioni spontanee, ordinarie e quotidiane
    • Conversazioni che avvengono in contesti pubblici o istituzionali
  • Conversazioni simmetriche
    • Organizzazione sequenziale
    • Uso di elementi non verbali come risate, borbotti, pause
  • Presa del turno di parola
    Avviene per autoselezione (parlante che vuole parlare interviene spontaneamente) o per eteroselezione (parlante che ha la parola chiama a intervenire il successivo)
  • Punti di rilevanza transizionale
    Punti strategici in cui avviene il passaggio di turno
  • Coppie adiacenti
    • Essere adiacenti
    • Essere pronunciate da parlanti diversi
    • Essere ordinate in due parti e classificate per tipo di reazioni possibili
  • Sistema delle preferenze
    Data una prima parte di una sequenza, c'è una reazione preferita e una dispreferita
  • Pratiche di riparazione
    Mosse che servono a ripristinare la conversazione dopo che un evento problematico ne abbia minacciato l'andamento ordinario
  • Conversazioni asimmetriche
    • I partecipanti non hanno lo stesso potere interazionale
    • Molto del comportamento che assumono dipende dal ruolo che rivestono in quel tipo di interazione
    • Sono regolate dal contesto non privato in cui si svolgono e sono fortemente ritualizzate
  • Regista
    Figura che assume maggiori poteri nelle interazioni asimmetriche
  • Regista
    • Stabilisce l'alternanza dei turni
    • Dà o toglie la parola
    • Esegue le mosse forti
    • Può esprimere valutazioni sui contributi degli altri partecipanti alla conversazione
    • Può sanzionare i comportamenti di insubordinazione
    • Può decidere i contenuti della conversazione indirizzandola