misurare in psicologia

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  • Qualsiasi processo di misurazione prevede 3 elementi fondamentali:
    • un sistema empirico, cioè un insieme di entità non numeriche, ovvero la caratteristica che si vuole esaminare, per esempio la depressione (SE)
    • un sistema numerico (SN) che consenta di assegnare dei valori che rendano ragione della variazione del sistema empirico SE;
    • una regola (f) , o funzione di omomorfismo, che consenta di trasferire SE in SN, cioè di attribuire dei numeri agli elementi del sistema empirico.
  • Lo scaling riflette il procedimento di rilevazione di una proprietà latente che, per sua natura, non può essere osservata se non attraverso le sue “realizzazioni” osservabili
  • il procedimento dello scaling prevede la definizione/costruzione di una “scala” per misurare la caratteristica psicologica in esame. Comporta l’attribuzione di un numero che indica il grado in cui ciascun soggetto possiede la proprietà “non osservabile” che si sta rilevando.
  • scopo finale dello scaling
    quantificare un attributo, ottenendo un numero che fornisce un'informazione relativa alla presenza di una certa caratteristica in un certo individuo
  • in consistenza con la teoria generale della misurazione, il processo di scaling (f) consente di costruire quel sistema di regole che consente il passaggio di un sistema empirico (SE) a un sistema numerico (SN)
  • caratteristiche delle tecniche di scaling
    • centratura
    • dimensionalità
    • concezione dell'errore di misura
    • tipo di dati
  • casi
    unità statistica di base di un determinato processo di misurazione. Possono essere individui, gruppi, organizzazioni, nazioni, etc. e vengono individuati sulla base del fenomeno oggetto d'indagine e delle sue manifestazioni, nonché dalla definizione degli elementi fondamentali del processo di misurazione soggiacente
  • variabile
    esprime una caratteristica dei casi, e rende ragione di una certa proprietà che è stata sottoposta a una definizione operativa, la quale consente di identificarne alcune delle manifestazioni e delle modalità attraverso le quali può essere osservata e sottoponibile al processo di misurazione
  • test o reattivo psicologico
    una situazione standardizzata nella quale il comportamento di una persona viene campionato, osservato e descritto, producendo una misura oggettiva e standardizzata di un campione di comportamento.
  • Secondo Kline (1993), l’osservazione e la descrizione standardizzata di un campione di comportamento di un soggetto attraverso un test rende quest’ultimo una misura oggettiva.
  • La relazione tra variabile latente e i suoi indicatori osservabili è sempre matematicamente esplicita, attraverso funzioni che descrivono appropriatamente l’impatto delle variabili latenti sugli indicatori (sintassi)
  • L'interpretazione elle funzioni che descrivono la relazione tra variabili latenti e indicatori (semantica) può seguire due prospettive:
    • interpretazione stocastica
    • interpretazione del campionamento ripetuto
  • interpretazione stocastica
    un soggetto i ha un certo valore nella variabile latente, quindi ci si aspetta che un certo punteggio venga osservato nell'indicatore j
  • interpretazione del campionamento ripetuto
    ci si aspetta un certo punteggio osservato nell indicatore j per tutti quei soggetti che appartengono alla sottopopolazione z che hanno lo stesso valore nella variabile latente
  • nell'interpretazione stocastica, l'oggetto di studio è

    il singolo individuo e i suoi processi
  • nell'interpretazione del campionamento ripetuto, l'oggetto di studio è

    le sottopopolazioni che hanno determinate caratteristiche
  • nell’interpretazione stocastica della variabile latente ci si occupa del processo che garantisce la stabilità o provoca il cambiamento del singolo individuo (within-subject process). In questo caso, la variabile latente è interpetabile come un processo.
  • nell’interpretazione del campionamento ripetuto ci si occupa di esaminare le differenze tra raggruppamenti di individui (between-subjects variables). in questo caso, la variabile latente è interpretabile come la radice che genera "casualmente" diversi comportamenti di risposta agli indicatori osservabili attraverso diversi individui.
  • approccio riflessivo
    si basa sull’assunzione che sia il costrutto a “causare” le sue manifestazioni osservabili, e che quindi sia il costrutto ad orientare il significato e l’interpretazione degli indicatori stessi. gli item sono relativamente intercambiabili e il costrutto esiste “a prescindere” dagli indicatori con cui viene misurato;
  • approccio formativo
    si basa sull’assunzione che il costrutto sia “causato” dagli indicatori attraverso il quale viene misurato. Secondo tale prospettiva, l’interpretazione del costrutto viene definita dagli indicatori che lo “determinano”. Gli item non sono intercambiabili tra loro, in quanto è un determinato gruppo di indicatori cha definire quel costrutto.
  • interpretazione operazionalista
    La variabile latente non è nulla di più che la somma ponderata dei suoi indicatori, un ‘trick’ numerico per semplificare i dati raccolti (generalmente, prospettiva che si assume nell’interpretazione delle variabili latenti formative);
  • interpretazione costruttivista
    La variabile latente è una costruzione della mente umana, alla quale assegniamo etichette convenzionali condivise dalla comunità scientifica, dai professionisti e, talvolta, nel linguaggio comune;
  • interpretazione realista
    La variabile latente “esiste”, a prescindere da come (e con quali indicatori osservabili) la si misuri, e genera causalmente il punteggio agli indicatori osservabili (generalmente, prospettiva che si assume nell’interpretazione delle variabile latenti riflessive).
  • i modelli psicometrici sono modelli formali per la costruzione dei test psicologici, che consentono di stabilire una corrispondenza empirica tra gli item che si costruiscono e il costrutto psicologico che si ipotizza tali item misurino
  • fasi del processo di costruzione di un test psicologico
    1. scelta del costrutto
    2. elaborazione di un ampio insieme di item
    3. esame critico degli item
    4. analisi formale degli item (dimensionalità, difficoltà, discriminatività)
    5. selezione degli item del test
    6. studio delle caratteristiche del test
    7. standardizzazione e taratura del test
  • scelta del costrutto
    E’ fondamentale avere una idea ben precisa di “cosa” si vuole misurare, esaminando criticamente la letteratura pregressa;
    Questa fase deve condurre a una definizione operativa della proprietà psicologica che si intende misurare e all’individuazione di quelle che possono essere le sue principali manifestazioni osservabili
  • elaborazione degli item

    Una volta identificato e delineato il “cosa”, occorre stabilire “come” misurarlo;
    è possibile generare gli item di un test con un approccio bottom-up; si può ricorrere ad alcune indagini “qualitative” preliminari i cui risultati possano “guidare” il processo di generazione degli item;
    E’ opportuno elaborare sempre un set di item più ampio di quello desiderato per la versione finale del test
  • esame critico degli item
    il set di item creato può essere passato al vaglio di esperti e/o osservatori privilegiati, che svolgeranno una funzione di valutazione “qualitativa” (validità di facciata)
    Per selezionare il set finale di item si può far riferimento al grado d’accordo evidenziato tra valutatori diversi circa la validità di facciata dei diversi item (es., k di Cohen);
  • Più è alto il grado d’accordo tra i valutatori, più l’item è un buon candidato per essere incluso nella versione finale del test da somministrare ai soggetti. In tal senso, maggiore è il numero dei valutatori (e la loro “autorevolezza”), tanto più sarà accurata questa fase
  • analisi formale degli item
    si definisce un campione di soggetti (campione di calibrazione) a cui somministrare il set di item selezionato.
    Questo campione deve garantire la massima generalizzabilità dei risultati ottenuti.
    Una volta raccolti i dati e coerentemente con il modello psicometrico scelto negli step preliminari alla del test si può passare alla valutazione empirica degli item.
  • selezione degli item del test
    il ricercatore valuta l’appropriatezza degli item analizzando i dati ricavati dal campione selezionato sotto diverse prospettive (es., validità ed attendibilità);
    Si procede ad eliminare quegli gli item che non funzionano in modo adeguato, aggiungendone (eventualmente) dei nuovi; L’ouput di questa fase è quello di stabilire quale insieme di item può essere “eletto” per la versione definitiva nel test
  • studio delle caratteristiche del test
    una volta determinato il set di item che comporrà la versione definitiva del test, questo andrà somministrato ad un altro campione (campione di validazione o normativo), al fine di studiare i vari aspetti relativi alla sua validità e alla sua attendibilità
  • standardizzazione e taratura del test
    è possibile ricavare dei parametri per determinare la posizione di un soggetto lungo il continuum di riferimento;
    Tale processo è finalizzato a creare un sistema di interpretazione relativo alla posizione del soggetto rispetto al campione generale oppure in relazione ad un sotto-campione specifico di interesse ;
  • Il processo di taratura di un test può variare anche in funzione delle condizioni e degli scopi della sua somministrazione (es., competitiva vs. non competitiva)